Come tradizione vuole, eccoci qui a cercare di fermare le mille immagini e ricordi che adesso galleggiano liberamente nella testa. Uno strano miscuglio di emozioni e sensazioni, magari appena accennate, che viste da lontano formano un’idea abbastanza precisa dell’evento però, man mano che t’avvicini per vederle meglio, si ramificano in mille rivoli con l’aggiunta di infiniti particolari che ci vorrebbe un libro di 500 pagine per scriverle tutte. È la mia croce, di noi che fissiamo tutti i ricordi registrandoli come in un film che ogni volta che lo rivedi scopri altre cose, aggiunte e ramificazioni.
Introduzione all’Appendice del Prologo
Capitolo 1
Paragrafo 1
…. Paura eh?
L’atmosfera dell’Incontro di Primavera è sempre incredibile. È come stare in famiglia: un misto di felicità, allegria e quella sensazione di relax con le chiacchere che fluiscono leggere tra i mille argomenti della vita. Il tutto condito di passione per la moto ed il sottile piacere di sentirsi in vacanza con l’aperitivo in mano nella hall dell’albergo o a cantare e ballare durante il concerto della Guzzisti Liberi Blues Band.
Quest’anno, il meteo, è stato davvero incerto. Però le mattine col sole ci hanno ripagato della pioggia a catinelle presa nei pomeriggi per le strade di montagna, piene di curve, spettacolari col bel tempo, ma impegnative sotto l’incessante diluvio.
Arrivare ad Amatrice, il venerdì a pranzo, si preannuncia subito difficile. L’autostrada, solo a tratti scorrevole ma piena di lavori in corso, diventa un incubo di corsie uniche e file interminabili. Arriviamo a L’Aquila e finalmente usciamo in cerca della statale ma presto ci imbattiamo nei lavori di ripristino dovuti al terremoto ed ecco che ci perdiamo subito… morale qualche km in più, strade chiuse da dover tornare indietro (non segnalate all’inizio porca miseria!) un mega temporale ci obbliga a mettere le tute antipioggia al volo lungo la strada ma con l’arrivo al ristorante La Fattoria, nel vedere tutte quelle Guzzi parcheggiate, passa tutto. Ed è subito festa! ARRIVATI!
Ed è un tripudio di abbracci e aggiornamenti, di vecchi amici e facce nuove ma tutti col sorriso e la voglia di stare assieme.
Mangio con poco appetito (tutta roba buonissima… i “tocchi” di prosciutto cotti nel sugo stratosferici!) e l’Amatriciana e poi la Gricia. Sono subito sazio. Il tempo di un caffè, di pagare il conto, ed è ora di ripartire.
Un ultimo sguardo al nuovo locale costruito accanto a quello storico lì vicino, devastato dal terremoto, con le mura semicrollate… uno spettacolo che fa tremare le gambe.
Ripartiamo verso Campotosto attraversando Amatrice. Lungo quel chilometro non ho sentito rumori. Nemmeno quello del motore. Ci eravamo stati, con Titti, tre mesi prima del disastro ed ora, che le macerie sono state tolte ed è tutto un cantiere con i profili delle vecchie costruzioni tirate su con i tubi da impalcatura, come a far vedere che Amatrice, per fortuna, c’è ancora…
La strada è bagnata e a tratti piove, il serpentone di moto che vedo negli specchietti si allunga fino a sparire dietro le curve (siamo una sessantina) con un’andatura più che turistica. Arriviamo al bivio di Poggio Cancelli dove potremmo tagliare il giro completo del lago verso l’Aquila ma la necessità, di qualche Anima, di far benzina mi spinge a dirottare il gruppone verso Campostosto. La strada sarebbe magnifica da guidare con l’asciutto ma il panorama grigio plumbeo sul lago ha il suo fascino ed in poco arriviamo al paese. So dov’è il benzinaio (ci ho fatto rifornimento in quel giro di anni fa) ma non lo riconosco più. Sembra più piccolo, desolato, disabitato. Sul momento non realizzo poi mi sento uno stupido… certo, il terremoto! Anche il distributore è inattivo da allora ed il più vicino è a L’Aquila… ok, benzina ne ho, se serve ci fermiamo…
Proseguiamo nel lungolago “la pista” di Campostosto. Ho bisogno di tirami su il morale e nonostante il bagnato aumento l’andatura… le moto dietro si distanziano ma qualcuno mi segue da vicino… Enrico col V85! Guida spedito con facilità e mi sembra proprio di vederlo sorridere sotto al casco.
Scendendo (passo delle Capannelle! Wow!) la SS 80 si asciuga e finalmente si guida sciolti e tranquilli. Al distributore ci fermiamo per un rifornimento totale globale.
È il mio turno, metto benzina ma… ma… 270 km e solo 12.19 litri? Ok, con la pioggia siamo andati piano ma 22 km/l mi sembrano troppi! …Ma Porc! Lo dicevo io che la carburazione del LeSPans è troppo magra! Magrissima! Vabbe’, ormai siamo in ballo…
Prendiamo la strada in direzione Rocca di Cambio/Ovindoli, ancora curve e… oddio, quello mi sembra… ma no dai! Ma si sono Gianluca con Emanuela! Con una Royal Enfield azzurra che scoppietta allegramente col suo mono sulla salita! Un’immagine di altri tempi, sono bellissimi e filano, per quanto possibile, verso Pescasseroli. Ah, già, al California si è rotto il tubo della pompa della benzina il giorno prima… Che jella!
Così arriviamo ad Ovindoli giusto in tempo per rispondere ad una telefonata: Al Cali Sport di Antonio si è staccato il filo dell’alimentazione della… pompa benzina! Oh, ma guardatele ‘ste pompe del California eh!
Per fortuna, con Luigi, lo hanno riparato ed è ripartito ma sono indietro parecchio. Quindi sosta al bivio per Celano di una mezz’oretta ad aspettarli (mai lasciare qualcuno indietro!).
Finalmente Pescina! Si sale verso il Passo del Diavolo, stavolta belli allegri perché comincia a far buio e la voglia di arrivare è tanta, fino all’Hotel Bamby.
Sono le 20.00, bisogna cenare ma ci sono ancora le moto da scaricare, prendere la camera, cambiarsi con qualcosa di più comodo e poi a tavola!
Finita la cena inizia il relax serale. Oh, ma tu ci vieni al… Perché non organizziamo… Secondo me, cinque gradi di anticipo prima del punto morto superiore ci vogliono tutti!... Birra?
Poi, come per magia, appaiono due chitarre e troviamo una degna location nella sala da gioco: tavoli col tappeto verde e divani lungo la parete. Vai, si suona! Cristian ed Enrico partono di blues, l’atmosfera si scalda ed ecco che arriva il primo giro di grappa… vabbe’, da quel momento in poi ricordo solo che mi sono divertito parecchio e che quando mi sono svegliato, la mattina in camera, i miei vestiti erano sparsi un po' dappertutto… Sarà stato quel bicchiere d’acqua che ho bevuto a tavola a darmi fastidio.
La sveglia ci accoglie con un bel cielo azzurro, foglie verdi di prati e boschi in un’atmosfera scintillante di colori bagnati dalla rugiada. Si, tutto praticamente fradicio ma il sole asciugherà tutto presto.
Massimo e Donatella resteranno a Pescasseroli. Al loro SP si è rotto il cuscinetto reggispinta della frizione. Io ‘sti anziani che vengono all’Incontro di Primavera con le moto vecchie non li capisco proprio… ehm… no , cioè… che c’entra, ogni tanto può capitare no?... infatti ad Almerico lo splendido LeMans lll, appena preso, parte ad “uno” e non ne vuole sapere… ma qui non si butta niente e visto che c’è un SP fermo con due belle, splendide ma soprattutto perfettamente funzionanti, puntine che non gli serviranno… Così Beppe e Pier (due metà uomo e metà meccanico) si esibiscono in un trapianto a “cuore aperto” proprio di fronte all’entrata dell’albergo. Sentire, di nuovo, il motore del LeMans “girare” perfettamente scalda l’atmosfera ed alle 9.30, in perfetta tabella di marcia, si parte verso Passo Godi. A Villetta Barrea “raccattiamo” gli “abbruzzesi” con Luigi ed il suo fantastico 1400… lasciamo il paese alle spalle si sale.
Comincia il divertimento… curve in sequenza, il motore che frulla, il corpo che dondola…
Guarda come dondolo,
Guarda come dondolo
Coool LeSpans!...
Canticchio nel casco, finalmente ci siamo. Sono mesi che aspetto di trovarmi qui insieme alle altre Anime. Lo pregustavo mentre facevo il percorso su googlemaps ad Aprile e già mi sembrava di sentire il motore della moto e vedere le luci degli altri negli specchi… Minchia che figataaaa!
Arriviamo a Passo Godi e mega foto di gruppo nel paesaggio dai colori saturi. La strada, intanto, viene inondata dal sole e ripartiamo verso Scanno.
Altre curve, andatura sciolta ed il LeSpans dondola col serpentone di moto al seguito…
Guarda come dondolo
Guarda come dondolo, suuuul LeSPans!
Faccio curve ad angolo
con gli amici al seguito, cooool LeSPans!
Attraversiamo scanno, quasi deserta, e poi verso il lago. Che spettacolo! Traffico inesistente e la luce radente del sole che sorge tra le montagne rende tutto più nitido. La strada segue l’andamento tortuoso e rocce a strapiombo sul lago blu trasparente con paesi arroccati in cima. Viaggiamo dentro un documentario del National Geographic sull’Abbruzzo…
Ma siamo solo all’inizio (sorrisetto sotto i baffi)…
Anversa degli abbruzzi, Cocullo (famoso per la festa dei Serpari! Da non perdere!) e poi lasciamo la strada che prosegue nella valle per risalire verso l’Olmo di Bobbi. Finora strada bellissima e tutta curve ma da adesso… oh mammamia che ci aspetta!
Ultime curve prima del valico. Strada deserta con solo qualche altra moto. Asfalto perfetto. Faccio le ultime lunghissime curve prima del valico dove hai il tempo di pensare “che faccio? Piego ancora? Metto un’altra marcia?... che figo non finisce mai!” guardo lo specchietto e vedo dietro Luigi col 1400 che mi segue con le pedane che sfiorano l’asfalto. Un’immagine che resterà negli annali del motociclismo per spiegare a quelli che “Si bella moto, ma è lunga, pesa e non si può guidare nel misto” … maledetti social ed il sentito dire… ho visto cose che voi umani…
Passato il tunnel sull’Olmo ci appare la discesa con la strada a vista per parecchie curve… gasss… adesso si che ci divertiamo… guido e cazzo, sto ridendo! Rido e guido, mi sto divertendo tanto tanto e me ne rendo conto! Tiro su i piedi sulle pedane (ho appena grattato lo stivale) e vedo la strada che scorre vicina vicina…
Dietro ho Marcello con una Dorsoduro. Gran moto e lui guida pure bene. Ci facciamo il discesone “dondolando” insieme fino all’incrocio per Pescina. Sorrisi e sguardi come a dire ”Visto, eh?”… “maaa tu gli davi il gas? – Chi io? …nooooo” (cit. da Joe Bar).
Arriva il gruppone e ripartiamo. Pescina e ci tuffiamo sulla SR5 comunemente detta Tiburtina. Si proprio quella che molti romani fanno tutti i giorni intasata di traffico, piena di buche, autobus e traffico pesante con gli scooter che ti passano a destra sopra e sotto… ma qui no. Qui siamo ad una delle Porte del Paradiso. Saliamo verso Collarmele e sui monti verso il valico di Forca Caruso appaiono decine di pale eoliche.
Uno spettacolo surreale con gli enormi “ventilatori”, oggi immobili, che di solito girano a rallentatore nel panorama che sembra immobile. Oggi manutenzione?
La strada è larghissima, con un l’asfalto bello rugoso, è stata fatta per il passaggio dei mezzi pesanti che trasportavano le pale eoliche, ma in moto… tanta roba. Ma tanta tanta. Finché ce n’è se ne dà. Gasssss…
Credo sia rimasta impressa a tutti noi questa mattina a Collarmele.
Ancora chilometri di curve, paesini tra i boschi e cerchiamo l’indicazione per Secinaro… Ok, l’altra volta che c’ero stato venivo dalla parte opposta e mi ricordavo quella di strada. Che ne sapevo che il ponte era crollato portato via dalla piena poco tempo fa? Nello va in esplorazione, poi Almerico, poi io seguo, mi fermo e torno e ripartiamo… dimenticandoci Almerico! Porc!
Torniamo indietro qualche chilometro e poi la strada verso Secinaro inizia a salire verso il Sirente. Il percorso tra i boschi mostra il cielo che si fa plumbeo e non promette niente di buono. Cominciano a cadere le prime gocce ed arriviamo allo Chalet del Sirente giusto in tempo. Non siamo ancora tutti, e mentre ormai piove, commenti e sorrisi, una sigaretta per ritrovare un po’ di calma “interiore” prima del pranzo.
Lo Chalet è un posto davvero d’altri tempi. No linea cellulare, e fin qui…, no gas, no corrente elettrica quindi gruppo elettrogeno che serve anche per tirare su l’acqua… immerso tra i boschi su una strada magnifica. Da tornarci!
Comunque, la sala interna prenotata giorni prima (il piano “B”!) ci riunisce tutti insieme giusto in tempo per intonare un
Brindisinoo Tarallalallallà
Brindisino Tarallalallallà
Brindisino larallalallallà
A chi ci vòle male e a la maiala di tu’ ma’!
EUIUAAAA!
Ricordatevelo o imparatelo perché è il brindisi ufficiale di quando ci si ritrova tutti insieme… (Feat - Beppe De Luigi).
Il pranzo niente di ché. Un piattino di pasta, un pezzetto di ciccia… macchè, dai! Non ci crederete mica!
Dopo la bruschetta un piattone di spaghetti alla chitarra con un ragù di carne favoloso, poi salsiccia, bistecchina di maiale e scamorza alla piastra, infine un’insalata dell’orto giusto per sciacquarsi la bocca. Caffè e genziana. Sarebbe da fermarsi lì, in quel posto magico, se non fosse che la pioggia ci consiglia di ripartire per Pescasseroli dovendo fare ancora molta strada col tempaccio lì di fuori.
Peppe, che è venuto col furgone portando strumenti ed amplificatori per la serata con la band (oltre alla batteria prestata da Almerico) e dando un passaggio a Titti (il nostro segretario generale, e spina nel fianco del President… no, dai scherz… ahio… ma no stavo scherz… ahio! Ahio!) ehm… Peppe, dicevo, si è portato anche il Falcone e dopo questa mattina di curve a non finire ha la mano sinistra indolenzita dalla frizione benchè idraulica e super soft, tipica del 500 di Mandello. Fortuna che Beppe è venuto con la macchina furgonata e così caricano la moto e ripartono verso Pescasseroli sotto un diluvio niente male.
Tutti intutati, con i caschi belli stretti sul colletto del giaccone antipioggia ripartiamo verso Ovindoli. Il panorama sul Sirente, che costeggiamo, è bellissimo anche col maltempo e la montagna incombente sulla sinistra sembra sbucare di forza, tra prati e boschi, come a rompere il morbido verde paesaggio col grigio e bianco della pietra (Ah, quanta poesia!... poi non dite che penso solo alla moto, eh!).
Sotto il temporalone arriviamo ad Ovindoli, quindi Celano e Pescina. Negli specchietti vedo molti fari che seguono ma mi sembrano pochi… qualcuno avrà fatto altre strade? Si sarà fermato?... in effetti comincio ad accusare un po' di stanchezza e devo tornare in tempo per le prove con la band, anche perché, nel frattempo, dovrebbero essere arrivati i nostri figli Jacopo (il batterista della serata) e Ludovica con l’open bar comprato giovedì scorso, in previsione di avere difficoltà per l’approvvigionamento a Pescasseroli con il meteo previsto nel pomeriggio (altro piano “B”!).
Verrò poi a sapere che quel… quell… vabbe’, quellollà che viene da Abbudabbi con Rolando ed Elena e Romualdo con Tiziana, si sono fermati a Pescina per un aperitivo col sole, vantandosi poi, con poesie e cantici, di essere i responsabili del meteo propizio… invece per noi, ero con Gianluca, Fabio, Davide e poi con Maurizio, che velocissimi, sotto il nubifragio per il Passo del Diavolo, ci siamo portati via le nuvole nere nemmeno un grazie… nonostante avessimo attraversato fiumi d’acqua, dai canaloni in montagna, che invadevano la strada e i cumuli della grandine sul passo evitata per pochi minuti…
Piuttosto, dopo il guado del fiume, con le auto che si fermavano, mentre noi ci siamo buttati…
senza indugio alcuno, nello còr d’ognuno
con moto fa tutt’uno
e lo destrier di metallo fatto, infuocato tutto un botto
ardea a spettro come matto
chè la forza de lo vento e ‘l passaggio in movimento
portò via in un momento
nuovolaglia scura e nera, che già il giorno parea sera
sì che azzurro il cielo era
ispirò così lo musico, ne lo cantar racconto mitico
dello cantico ‘sì eroico
che alla sera il concistoro, allietato a note d’oro
cantato avrebbe tutto il coro.
- A Goffredo, Francesca, Rolando, Elena, Romualdo e Tiziana -
Tiè.
Fu così che arrivammo a Pescasseroli.
La serata si preannuncia mitica. La band è carica, l’amplificazione amplifica, gli strumenti sono accordati.
E’ tempo di blues.
Ancora una volta l’Amore Cosmico cala sui presenti e la 22ma edizione dell’Incontro di Primavera celebra la forza della musica, del ritmo, dello stare insieme cantando brani come Ghost Riders in the sky, Sweet home Chicago, Jailhose rock o il rock Abruzzese di ‘nduccio… andando avanti per più di tre ore, dimenticando la stanchezza del giorno, saltando e ballando.
Quest’anno la Guzzisti Liberi Blues Band si è trovata con una formazione strepitosa, oltre ai soliti vegliardi (ma sempre indomiti):
- Ciro One man band Di Serio, che se non ci fosse lui…- tastiere – Da Napoli
- Il di lui bravissimo figlio Cristian – chitarra e voce – Da Napoli
- Tony La tromba (beato lui) Ragusa – tromba e voce – Da roma
- Nicola il basso più alto d’Italia Sabini – basso e voce – Da Acilia (eh? E dov’è? … vabbè vicino Ostia o Fiumicino, fate voi)
- Enrico Guzzirock Santacatterina (i 1000 aggettivi di stupore, meraviglia e ammirazione metteteceli voi) – chitarra e voce – Da Mellaredo (VE)
- Vladimiro vocione Corbari (io) – Uomo immagine/modello e voce – Da Zagarolo
- Il di lui figlio Jacopo (il ritmo scorre potente in lui) – batteria – Da Roma (RM)
- Goffredo L’uomo che parlava alle Guzzi Puccetti (l’Anima Storica di AG) – voce – Da Fragobello (RM-FR)
- Francesca LSD (La Santa Donna) Bizzarri (l’unica che sopporta Goffredo grazie agli stupefacenti) - voce – Da Fragobello (RM-FR)
- Special guest (…per stavolta, ma chi se lo fa scappare!) Maurizio Tu zì Tiè ‘o le Mans Prat – Armonica – Da Monte Compatri (RM)
Insomma, forse non è un caso, anche stavolta a Pescasseroli ci siamo divertiti tanto, come fu nel 2007, perché… A volte ritornano!
Ringraziamenti:
Ad Isa da Milano e Beppe da Pavia venuti in macchina pur di esserci. La classe non è acqua… oopps… mitici!
A Beppe e Simona, anche loro in auto, sperando che la mano di Beppe guarisca presto.
A Peppe per aver portato ampli, strumenti, il Falcone e … Titti. Ah, se non ci fossi tu, come faremmo?
A Ciro, venuto in auto per portare tastiera, chitarra, ampli, mixer oltre a Cristian ed Enza.
Ad Enza per avermi aiutato a trovare i testi nella cartellina che ogni volta mi cadono e si mischiano tutti!
A Goffredo per le sue canzoni “speciali”, per il sole (si, credici!), ma soprattutto perché con lui viene la mitica e bravissima Francesca.
A Cristian e Jacopo con la band e Ludovica all’open bar.
A Pier per l’aiuto all’open bar e per i bei pezzetti in moto che ci siamo fatti (anche sotto l’acqua!)
A Maurizio col LeMans che sul passo del Diavolo con la pioggia vedevo il suo faro che mi seguiva negli specchietti che restava lì anche ad andatura non proprio turistica. L’uomo dalle mille sorprese, leggi l’armonica!
A Gianluca ed Emanuela con la Royal Enfield che erano bellissimi e con un sound del mono gajiardo.
A Chiara ed Igor, ma di più a Chiara con Eugenio che col V85 è facile ma con la Breva 750…
Ai V100 di Augusto, Nello e Goffredo perché vedere come vanno è un piacere.
A Massimo e Donatella per aver vissuto l’incontro con lo spirito giusto nonostante la moto rotta il venerdì.
A Romualdo e Tiziana per la loro prima volta con AG. Simpaticissimi e piacevolissimi speriamo di non averli spaventati!
A Beppe e Pier per aver fatto i meccanici.
A Francesca, Elena e Titti per la distribuzione delle tshirt/patch e gadget.
A Fabio per aver portato il genero.
A Fabio per non aver cantato “quel carretto passava…”
Ai bergamaschi. Specialmente a Luigi e Giuliana col v85 e la Tuareg bellissimi in moto sotto la pioggia a Campotosto.
Ai Pontini.
Agli abruzzesi.
Ai Partenopei.
Ai Romani.
Un grazie per aver fatto tanta strada pur di esserci. Il nostro Corrado Olimpino Musumeci da Novara. (ovazione… applausi e ola per tutto lo stadio)
Un grazie speciale al mio LeSPans che sono quasi 39 anni che ci divertiamo come matti insieme!
A tutti quanti un abbraccione grosso grosso.
Sperando di non aver dimenticato nessuno.
Capitolo 2.
…ancora paura, eh?
Ma no, dai…
Epilogo.
Ho finito. Mi sono tenuto e ho tagliato un sacco di roba, ma è sempre così con voi. Troppe cose da ricordare, belle, divertenti e mitiche per riassumerle in poche righe.
Stay tuned che arriva l’estate e organizziamo altre uscite, per rivedervi e per andare ancora in moto insieme.
Vladimiro